Eva Santoro: “Servizio sanitario pubblico: le vittime sono donne”

C’era già stato un attivo provinciale della CGIL interamente dedicato alla sanità lo scorso 12 novembre, subito dopo al Ministero si era proceduto alla verifica dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)  e del Piano Operativo della Regione Puglia 2016/2018 proprio per l’assistenza sanitaria fornita su tutto il territorio regionale. Una bocciatura da una parte e un leggero miglioramento dall’altra.

Così appariva il quadro della situazione, alla pubblicazione delle stime del Ministero della Salute sulla griglia dei Livelli di assistenza passati al vaglio dello stesso organo di governo.

La Puglia sale nel 2016 (14 punti in più rispetto al’anno critico del 2015) – specifica Eva Santoro, componente della segretaria provinciale della CGIL di Taranto – ma l’analisi sulla verifica ministeriale ci lascia comunque terzultimi tra le regioni considerate adempienti.

La CGIL che insieme alla Funzione Pubblica di Taranto aveva già denunciato carenza di posti letto e di personale, e una inadeguatezza diffusa rispetto al tema salute partendo dalle strutture e finendo alla mai risolta questione delle liste d’attesa, ora punta tutta l’attenzione sul rosone dei LEA vagliati la scorsa settimana dal Ministero.

Ci sono ancora molti punti di criticità, ma quello che balza agli occhi mette in evidenza la spinosità delle risposte che si dovrebbero garantire al mondo femminile  – spiega la segretaria della CGIL tarantina – Quei dati (ancora non aggiornati al 2017) dicono le vittime del sistema sanitario pugliese sono in prevalenza donne.

Il rosone della valutazione del ministero fatta sui LEA pugliesi si accende  di rosso (nella legenda considerato “scostamento non accettabile” rispetto agli standard definiti dall’OMS) in particolar modo per due fattori: la prevenzione con test di screening per mammella, cervice uterina e colon retto; e la percentuale dei parti operati con taglio cesareo.

Su questi aspetti alla vigilia del 25 novembre Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, intendiamo avviare un confronto nuovo con l’ASL di Taranto – dice Santoro – consapevoli anche del fatto che Taranto sconta la criticità di una assenza cronicizzata di personale specializzato in anestesia, utile a garantire l’analgesia epidurale gratuita per i parti naturali e coscienti inoltre che sul territorio registriamo una costante compromissione del diritto  all’interruzione di gravidanza in ambito pubblico.

Questi dati sono una violenza sulle donne che si perpetua nel tempo e insieme all’assenza di una vera campagna di screening per patologie tumorali – continua Eva Santoro – sono questioni che ci spingono ad aggredire il tema sanità con sempre maggiore forza. Si impone pertanto una seria riflessione sui livelli di LEA previsti per Taranto e provincia, anche per gli anni 2018/2019, ma anche sulla dote finanziaria destinata a Taranto, sia attraverso i canali di ridistribuzione delle risorse regionali, sia di quelle nazionali rivenienti dal Ministero di competenza, ma anche dal decreto “Terra dei Fuochi”.

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